Nello stesso anno in cui il ducato di Mirandola fu cancellato, il 1709, San Martino passò al ducato di Modena.
Dal 1710 al 1749 si fece quanto stabilirono i Governatori di Mirandola, una città ormai allo sbando e comprata dal duca Rinaldo I d’Este di Modena per misera moneta: 175 mila doppie di Spagna, dette delle cinque stampe: “neppur 9 doppie per ogni testa d’uomo”.
Nel 1716 tutti gli arredi della fortezza dei Pico, compresi archivi, affreschi, quadri e statue, valori, furono portati a Mantova su 200 carri.
I sanmartinesi giovani nel 1740 dovettero anche formare la Compagnia della Colonnella, un reggimento della Mirandola, forte di 150 uomini con l’uniforme verde e bianca.
Nel 1750, il 15 gennaio, San Martino, tre miglia per quattro, fu affidata da Francesco II al Marchese Paolo Antonio Menafoglio, dei nobili milanesi di Barate. Menafoglio importanti furono pure quelli della villa Menafoglio Litta – Panza, di Biumo, sul Lago Maggiore, nel Varesotto, diventato museo di arte contemporanea. Monumento donato dai Panza al FAI, che lo tengono tanto caro, come si spera tenga il FAI come obiettivo di restauro il palazzo di Portovecchio, ancora senza un progetto definitivo, in bilico tra Demanio e Comune, ancora zona militare proibita.
Autore: Sergio Poletti
Fonte: ricerca dell'autore