Geomorfologia
All’estremità nord della Provincia di Modena, nella zona più settentrionale della Bassa Modenese, in un zona contraddistinta dal punto di vista altimetrico per quote minime che variano dai 22 m. ai 9 m. della fascia a sud di S. Martino Spino di Mirandola, è situato il territorio delle Valli Mirandolesi, un’area ricca di testimonianze geomorfologiche e storiche, di tradizioni, di cultura e di aspetti naturalistici interessanti come le numerose specie di uccelli che nidificano negli specchi d’acqua delle Valli.
L’evoluzione di questo tratto di Pianura Padana è dovuta a corsi d’acqua come il fiume Po, Secchia e Panaro, che negli ultimi millenni, con le loro alluvioni hanno determinato l’assetto altimetrico del territorio.
A testimonianza di questa complessa evoluzione sono rimaste varie tracce impresse nel terreno come fasce di terreno alti-metricamente più elevate (i dossi) ed impronte di vecchi alvei fluviali tortuosi come il paleo-alveo dei Barchessoni.
Agricoltura
Interventi di ripristino ambientale e applicazione delle misure agroambientali
Nel 1994 si avvia l’applicazione delle “Misure Agro-ambientali” utilizzando i finanziamenti del Reg. CEE 2078/92 rivolti alle aziende agricole. Gli interventi di ripristino ambientale sono stati realizzati a favore della ricostituzione del paesaggio agrario, della flora e della fauna selvatica e più in generale della biodiversità.
Nella parte nord del territorio della Provincia, sono stati realizzati oltre 640 ettari di zone umide, complessi macchia radura siepi e boschi, nel tentativo di ricreare ambienti caratteristici storicamente presenti, prima delle grandi opere di bonifica di fine 900.
Conservazione della biodiversità animale e sostegno alle produzioni di qualità con il metodo biologico
Su l’intero territorio provinciale si sono avviati alcuni progetti rivolti alla conservazione della biodiversità animale anche per specie autoctone di interesse produttivo, ma a rischio di estinzione e inoltre a sostenere le Produzioni di qualità col metodo biologico.
E’ il caso di una razza bovina locale “Bianca Valpadana” la cui popolazione si è ridotta a meno di 700 capi, la quale presenta caratteri genetici molto preziosi per le caratteristiche del suo latte destinato alla produzione di Parmigiano Reggiano, magari prodotto col metodo biologico. Un ulteriore impegno è costituito dal tentativo di recuperare una razza locale di gallina (“Modenese”) particolarmente apprezzata nel passato per la particolare idoneità delle sue carni alla preparazione del brodo in cui cuocere i tortellini.
Tipiche produzioni agricole delle zone umide
Le nostre produzioni sono tipiche della zona, oltre il frumento, il mais, barbabietole da zucchero si producono pomodori, soia, sorgo e cipolle.
Ma le produzioni agricole che ci caratterizzano maggiormente sono i meloni coltivati in serra e in pieno campo, ed i cocomeri rinomati in Italia e all’estero per le loro qualità organolettiche.
Per questi motivi a S.Martino Spino la domenica dopo Ferragosto si tiene la fiera del Cocomero e in luglio, a Gavello, la fiera del Melone
Principali caratteristiche del sistema agricolo del territorio delle valli
Il territorio delle valli è caratterizzato dalla presenza di aziende agricole di dimensioni medio grandi, con insediamenti aziendali a bassa densità e quindi con bassa presenza antropica.Le principali produzioni agricole sono costituite da: cereali (prevalentemente grano e mais), colture industriali (barbabietola da zucchero, pomodoro da industria, fagiolino), colture foraggiere (erba medica); negli anni novanta erano inoltre assai diffuse la soia e il girasole.
Altre colture caratteristiche e storicamente presenti sono costituite dal melone e dal cocomero, coltivati in tunnel serra e in pieno campo.Le infrastrutture irrigue sono ben distribuite su tutto il territorio e funzionano sia come rete scolante sia come fonte di approvvigionamento idrico da destinare all’irrigazione.
Con l’attuale riforma della politica agricola dell’UE, molte colture appaiono poco redditizie (mais), altre colture anche a causa della ristrutturazione del settore saccarifero europeo subiranno duri contraccolpi, come appunto il caso della barbabietola.La zootecnia è andata via scomparendo dall’area lasciando spazio alle colture cerealicole e industriali.
Le colture che hanno una loro specificità potranno resistere alla concorrenza interna ed esterna all’Unione a condizione che siano valorizzate e facilmente identificabili dal consumatore come prodotti del territorio locale.
Flora
l paesaggio delle Valli Mirandolesi ha subito profonde trasformazioni, infatti prima delle grandi bonifiche del 1865 la Pianura Padana era dominata da foreste planiziali a farnia (Quercus robur) e carpino bianco (Carpinus betulus), alternate a boschi ripariali di salici, pioppi, ontani e ad ampie zone paludose che occupavano le Valli in maniera temporanea o permanente. Dopo la costruzione di una fitta rete di canali, fossi, argini che convogliano l’acqua ai grandi fiumi, si passa ad un paesaggio agricolo, caratterizzato dalla presenza di ampi spazi, inospitali per la vita di piante ed animali, a causa del disboscamento e del prosciugamento delle aree allagate.
Nell’ambiente delle Valli, caratterizzato dalla presenza dell’acqua, si concentrano numerose forme viventi, sia vegetali che animali, particolarmente adatte a vivere in questo habitat così mutevole.
La flora degli ambienti umidi è costituita prevalentemente da piante erbacee, idrofite/isofite, che possono vivere completamente sommerse, con le radici ancorate al fondo ed i fusti fluttuanti nella corrente, o galleggianti sul pelo dell’acqua; oppure possiamo trovare le idrofite – pleustofite che vivono in superficie, prive di ancoraggio, spostandosi a seconda dello spirare dei venti o del variare delle correnti.
Esistono poi una grande quantità di specie che vivono sulla riva dei canali o delle zone umide, dette elofite, perché hanno la parte basale generalmente immersa nell’acqua, mentre foglie e fiori emergono in superficie; possono comunque sopportare condizioni di scarsità di acqua, anche prolungate nel tempo.
Fauna
Le particolari condizioni ambientali delle zone umide creano grande ricchezza e diversità di forme di vita. L’acqua, il suolo e il microclima determinano il formarsi di ambienti peculiari: specchi d’acqua, dense bordure a canneto, prati temporaneamente inondati.
In questi habitat la rigogliosa vegetazione funge da supporto fisico e alimentare per un mondo animale molto vario: microrganismi, invertebrati, pesci, rettili, anfibi, mammiferi e soprattutto uccelli. Nelle zone umide, la maggior parte delle specie vegetali e animali si è specializzata per sfruttare in modo specifico solo alcune tra queste possibili fonti alimentari o solo alcuni degli habitat presenti. È perciò che in ciascun ambiente si sono create nel tempo comunità viventi diversificate e peculiari.